Silvia ha 9 anni. La foto la ritrae con la famiglia, papà Luigi, mamma Luigia, il fratello Gino e le sorelline Lilliana e Carla, su un prato a Roncegno (Tn).
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Quando Silvia, il 22 gennaio, nasce nell’appartamento di via Prepositura a Trento, da poco è finita la prima guerra mondiale e nonostante la problematica situazione del dopoguerra, vive i primi anni di vita in un clima familiare sereno e di relativo benessere. Ma nel processo di rinascita sociale ed economica, anche l’attività imprenditoriale del padre Luigi subisce un arresto a causa della crisi del 1929, e la condizione economica della famiglia cambia significativamente.
Silvia Lubich all’età di sei mesi.
Foto che riproduce Silvia con Gino Lubich,
regalata dalla mamma al papà a Trento il 21 giugno 1921.
“Quel 22 gennaio 1920 io avevo due anni ma vi saprei dire minuto per minuto quello che successe, come la vidi appena nata. Abitavamo in una casa che da via Prepositura si affacciava su p.zza Santa Maria Maggiore, al terzo piano di un appartamentino formato da una cucina, da una cameretta lunga, e dalla camera da letto dei genitori.
E lei nacque proprio nella cameretta lunga.” (Gino Lubich)
In gita a Roncegno con la famiglia nel 1929, Silvia è seduta al centro.
“Io avevo una famiglia molto normale, ognuno naturalmente aveva i propri pensieri però sempre in grande armonia fra di noi. Mio papà era un socialista, idealista pure lui, era contrario al fascismo, per questo non siamo mai stati ricchi, dapprima sì, ma dopo invece è andata giù la cosa; mentre invece la mamma era una grande cristiana veramente convinta.” (Chiara Lubich)
Silvia a 8 anni in una foto di classe. È la seconda da sinistra, seduta a terra.
Gli anni della formazione sono quelli del ventennio in cui si afferma in Italia il fascismo e, per Trento e il Trentino, la collocazione entro i confini dello Stato italiano. Uno sguardo al frontespizio delle pagelle scolastiche di Silvia che inizia la prima elementare nel 1926, rivela il clima ideologico che riverbera in ogni ambito la sua influenza.
Pinè – Trento, maggio 1936. In gita scolastica sulle montagne
nei dintorni di Trento, fra alcune compagne delle scuole magistrali.
1938, ultimo anno delle magistrali all’Istituto Antonio Rosmini.
Silvia è all’ultimo banco a destra del professore di filosofia.
Con i bambini della scuola elementare annessa all’orfanotrofio dell’Opera serafica,
a Cognola di Trento, dove Silvia ha insegnato dal 1940 al 1943
Abilitata all’insegnamento nel 1938, la giovane maestra con buone attitudini al disegno, prepara un abecedario, che riflette i tempi e la propaganda del regime fascista, e rivela la cura nello svolgimento del proprio lavoro e i rapporti amichevoli con le colleghe. Una, per esempio, Pierita Folgheraiter.
Scambio di biglietti fra Silvia e l’amica Piertia Folgheraiter, sua collega nell’anno scolastico 1940-1941 all’Opera serafica.
“Sin dall’inizio mi fu vicina con tanti preziosi suggerimenti, sempre pronta, qualunque cosa le chiedessi, senza mai farmelo pesare: anzi! La vedevo gran lavoratrice, precisa e attenta, sempre serena, ottimista. Fu lei a proporsi per disegnare i cartelloni che adoperavo per le lezioni, tanto che non ho voluto mai separarmene, come non ho strappato i numerosi biglietti che ci scambiammo durante quell’anno. Se non ero capace di fare qualcosa, chiedevo a lei e lei mi veniva incontro su tutto. Volle fare per me, ad esempio, dei meravigliosi disegni col carboncino o dipinti con l’acquarello per illustrare tutti i numeri dell’1 al 10 e altrettanto per introdurre ogni lettera dell’alfabeto.”
(Pierita Folgheraiter)
Illustrazioni preparate da Silvia per la collega Pierita per spiegare i numeri e le lettere dell’alfabeto agli alunni della prima elementare.
Cognola, 1941. Foto di gruppo della scuola Opera Serafica, Silvia è
la seconda a destra. Al centro Mons. Carlo De Ferrari, Vescovo di Trento.
La maestra Silvia in uscita con i suoi allievi.
Alcune pagine del quaderno di scuola, usato da Silvia per i suoi appunti da maestra. Fornito dal regime, con le illustrazioni che riporta, è in epoca fascista anche un veicolo di propaganda. Qui la copertina evidenzia il clima dell’epoca e l’importanza data alla educazione e alla pratica sportiva nell’insegnamento.
A cura di:
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+39 06 947 98 221
Luogo:
Piazza di Piedicastello, 38122 Trento (TN)
Orario:
Dall'8 marzo al 18 maggio 2020: CHIUSO.
Da martedì a domenica, ore 9.00-18.00.
Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio.
Aperto durante le altre festività, salvo diversa indicazione.
Ingresso libero.
Informazioni:
Referente: Roberta Tait
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Sab., dom.e festivi: 3283807024